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Ne parliamo

Naturalmente mi aspetto e desidero che chi legge mi contatti per aggiungere la sua esperienza alle mie, ma anche per ricevere da me un sostegno specifico per affrontare i suoi problemi sia tramite e-mail al mio indirizzo di posta elettronica  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o con un appuntamento di persona  per avviare incontri di counselling o di mediazione familiare. 

Sono infatti Counsellor certificata dal Centro di terapia per la famiglia di via Leopardi 19 a Milano e svolgo quest’attività con adolescenti ed adulti che abbiano necessità di confrontarsi su problemi della vita quotidiana ,dai più dolorosi come affrontare lutti e malattie alle dinamiche della vita di famiglia, della coppia e della adolescenza. 

"Exodus":rivederlo con i ragazzi

Stiamo  guardando in classe con i ragazzi tredicenni di una delle mie terze medie il film "Exodus" che narra la storia di una nave con profughi a bordo che vuole rompere il blocco inglese e raggiungere la allora Palestina da Cipro, dove i profughi che venivano da anni di fuga o di prigionia erano stati costretti a rimanere, di nuovo dietro il filo spinato, di nuovo prigionieri, di nuovo impediti all'autodeterminazione. Dopo uno sciopero della fame a bordo della nave bloccata nel porto riusciranno a partire e a raggiungere Eretz Israel.
Il film ha una grande valenza didattica perché indica anche mediante stereotipi le posizioni degli inglesi, degli abitanti di Cipro, degli ebrei che discutevano su ogni decisione e che anche giunti finalmente a  casa mostreranno opinioni e comportamenti diversi. I ragazzi sono stati attentissimi ed hanno partecipato alla visione come se fossero stati loro su Exodus e mi sembra sia stata una buona idea usare il film come trait d'union con la celebrazione di Yom Azmauth, la festa che ricorda la nascita d'Israele.
Ma seguendo il film abbiamo potuto osservare come fossero uguali le immagini del campo di Cipro dove gli ebrei erano costretti a stare con le immagini dei campi in Turchia dove i siriani sono costretti a stare e come allora come adesso nessuno ha aperto le porte né per lasciar andare né per accogliere. Questo è successo negli anni dopo la seconda guerra mondiale agli ebrei d'Europa, dal 1948 in poi agli ebrei dei paesi dell'Asia mediterranea e del nord Africa e poi ancora molte altre volte....
Chi ha sempre accolto è stato Israele che solo con la diaspora degli ebrei russi ha assorbito in pochi anni un nuovo terzo della sua popolazione totale: non è stato semplice e i profughi hanno comunque sofferto ma è ridicolo che l'Europa del 2016 non voglia accogliere profughi che non arrivano al 5/° della sua attuale popolazione : persone che permetteranno al vecchio continente di pagare le pensioni, l'assistenza sanitaria, tutto molto difficile in un mondo a crescita zero.
Chi ha voglia di rivedersi il film o di spiegarlo a qualche ragazzino che pensa che gli ebrei siano emanazione del diavolo?

Ebrei di Biella

Nel  1848 gli ebrei affissero sul muro della sinagoga del Piazzo un ringraziamento a Carlo Alberto Re d'Italia che con lo Statuto Albertino aveva loro concesso eguali diritti e doveri e aveva quindi permesso l'accesso alle professioni liberali, alla proprieta' terriera, all'istruzione universitaria.La presenza ebraica continuo' negli anni seguenti ma nel novecento erano poche decine le famiglie rimaste: tutti gli insediamenti nei piccoli centri piemontesi avevano subito una notevole migrazione verso Torino, dove era piu ' agevole sia la vita ebraica che l'inserimento nella vita cittadina. Con le leggi del 1938 gli ebrei biellesi subirono la stessa sorte degli altri ebrei italiani e persero il lavoro, la possibilità ' di un aiuto domestico,  di andare a scuola , di possedere telefono o radio, di vivere una vita tranquilla.Quando ci fu l'armistizio con gli alleati e i nazisti invasero l'Italia, furono immediatamente estese agli ebrei le disposizioni naziste contro di loro e anche nel Biellese inizio ' la caccia. La famiglia Segre si rifugio ' prima nel convento di Graglia e poi vennero ospitati nel reparto psichiatrico guidato dal padre di Piero Angela ( vedi il libro di Anna Segre z.l. che ne racconta la storia).Altre  famiglie, provenienti da Torino erano nascoste nelle valli biellesi e la mia famiglia guidata da mio padre che allora aveva 26 anni e composta da sua mamma e due fratelli Valeria di 27  anni e Dario,adolescente, si rifugiarono in Svizzera (vedi in questo Blog le " Storie di famiglia").Dopo la guerra, la vita riprese prima a Torino e poi di nuovo a Biella dove i miei genitori si stabilirono ed ebbero due figlie.
Nel dopo guerra la popolazione degli ebrei era ridotta a una decine di famiglie ed è ' interessante notare come  senza cibo casher, senza la presenza fissa di un rabbino e senza una scuola, comunque si riusci' a mantenere lo scheletro di una vita ebraica e si riuscì a tramandare la tradizione.
C'era al Piazzo il Tempio, composto di una sala con la teva' in mezzo e un gineceo piccolissimo cui si accedeva tramite una scala che conduceva ad una balconata. Da fuori il tempio non era riconoscibile a causa di antichi decreti che richiedevano agli ebrei di dissimulare i luoghi  di  culto  e ne teneva la chiave d'accesso la famiglia Jona che era ormai l'unica ad abitare al Piazzo vicino al tempio. Ricordo che a fine Kippur si usasse rompere il digiuno con vin brule' e biscotti ed immagino che non si trattasse di cibo casher. A Roshashanà  e a Pesah ricordo pranzi a casa Laudi in cui erano invitati tutti e a volte arrivava anche un rabbino da Torino e si mangiavano cibi tradizionali per quelle feste in cui forse di casher c'erano solo le azzime: immagino che il rabbino si portasse il cibo da casa, considerato che ricordo celebrazioni condotte anche in un ristorante!
Comunque ho un bellissimo ricordo di quelle occasioni che sancìvano un'appartenenza. In quel periodo era difficile rispettare la casherut  perché ' si trovava forse qualcosa a Torino ma ci volevano due ore di treno per arrivarci e mia mamma faceva lo sforzo solo per Pesah per procurare almeno le azzime.
Ma gli ebrei sono resilienti e sull'educazione dei bambini non si discute: la famiglia Vitale fornì nei suoi uffici il luogo per le lezioni di Talmud Tora' e ogni giovedi' pomeriggio da Torino arrivava la signora Momigliano ad insegnare alle ragazze Vitale, ai fratelli Jona, a Lidia Gallico,a me e a mia sorella Sandra, ad Anna Segre e a Davide Sacerdote, che partecipavano ai corsi a seconda dell'età ' anche dopo Bat e Barmizwah  avvenuti.Io ho imparato a leggere e a scrivere in stampatello e le principali feste e lo Shema' e soprattutto ho formato anche in quei pomeriggi l'inizio della mia identita'.Le scelte di molti di noi sono state indirizzate dalla scuola del giovedì pomeriggio e dal legame intellettuale dei nostri genitori alla tradizione ebraica ed è anche grazie a questo che oggi posso vantare 9 nipotini ebrei ben più religiosi di me e degli ebrei di Biella!!!
 

Luzon : "Tramonto libico"

Bel memoriale della Giuntina, racconta la storia degli ebrei di Libia vista con gli occhi di un ragazzino costretto a scappare con la sua famiglia e ad apprendere dell'assassinio dei suoi parenti di Bengasi . Poi con gli occhi dell'uomo che si è riconquistato la vita passo passo a Roma, c'è il racconto del ritorno in Libia con il colonnello Gheddafi, in un breve viaggio della memoria, concluso senza problemi con la protezione del dittatore. Poi c'è la parte del secondo viaggio, compiuto nella Libia lacerata dalle lotte tra le varie fazioni dove l'antisemitismo riesplode e Luzon si mette in pericoli mortali ed è inspiegabile che un uomo così intelligente e saggio non abbia valutato il rischio e si sia fatto arrestare e rapire da bande di ribelli e che solo l'intervento dell'ambasciata italiana e tanta fortuna lo abbiano potuto salvare. A questo punto arriva l'amore, l'attaccamento per le proprie radici, fino ad essere obnubilati dai sentimenti e non riconoscere la situazione di letale pericolo? Luzon non analizza  ne discute di questo punto, il che sarebbe stato molto interessante.

Magris :"Non luogo a procedere"

Sto leggendo l'ultimo romanzo di Magris e sono perplessa: la sua cultura immensa non si può negare e ci sono pagine bellissime su Salvore e la storia della Risiera  ma il pretesto su cui si sviluppa il racconto cioè la creazione di un museo sulla negazione della guerra composto di armi e documenti bellici si innesca nelle storie di Praga  e di altri personaggi di mondi lontani, facendo esplodere il libro in tanti libri insieme, non sempre facili o interessanti da seguire: la tentazione di saltare pagine è spesso presente e questo non depone a favore dell'opera. La storia di Sara e del possibile tradimento di sua madre e dei taccuini che racconterebbero chi sono gli assassini della Risiera risalta nell'insieme e forse vale lo sforzo della lettura complessiva ma darò un giudizio quando avrò finito il libro..

Giuda di Amos Oz

Ho appena finito "Giuda", l'ultimo libro di Amos Oz che ho trovato molto interessante come al solito, potentemente descrittivo, tanto che in alcuni momenti mi pareva che i personaggi acquistassero la tridimensionalità e ne potessi sentire il profumo ma secondo me il libro sembra  incompiuto. La storia ha due temi paralleli: la vita in una casa di intellettuali a Gerusalemme dopo la guerra del 1948 in cui si discute della figura di un uomo che sembra essere stato un traditore perché sosteneva la possibilità di convivere con gli arabi e la figura di Giuda Escariota dal punto di vista ebraico: qui si nega che egli fosse un traditore perché viene visto come l'unico a credere fino all'estreme conseguenze che l'ebreo Gesù fosse anche il messia ed è per questo che Giuda convince Gesù a recarsi a Gerusalemme, nonostante egli tema di morire e poi lo vende ai romani perché avvenga il miracolo della sua discesa, sano e salvo, dalla croce. Ciò non avviene e a causa dei rimorsi per aver causato la sofferenza dell'uomo che evidentemente non era divino, anche Giuda si ucciderà.
Il libro non risolve interamente il paragone tra i due traditori e lascia in sospeso le vite dei personaggi né ne risolve i misteri: avrei voluto sapere come si evolve la vita dei protagonisti e avrei voluto prendere ancora il tè con loro in cucina o passeggiare per Gerusalemme...Il senso di incompiuto del romanzo non contrasta con un'altra osservazione: non c'è nessun "cattivo" in questo libro e tutti paiono muoversi nell'ottica dell'aiuto e dell'empatia reciproca ed è forse per questo che ho voglia di rileggerlo per capire meglio quel grand'uomo di Amos Oz....

Raffaele Cantone: "Solo per giustizia"

Raffaele Cantone è il magistrato recentemente incaricato di sorvegliare su Expo; egli ha anche deferito alla giustizia molti responsabili di illegalità intorno al progetto del Mose di Venezia.
Nel suo libro il magistrato racconta gli anni passati come Pubblico Ministero cercando di indebolire la camorra in Campania, la regione da cui egli stesso proviene. Il libro è un'autobiografia che si dipana con i ricordi di quei primi anni nella ultima  notte in procura prima di lasciare il pool antimafia ed è un libro che ci insegna come solo in un team affiatato, tra gente di cui ci si fida ed a cui si consegna la propria vita si possa tentare di contrastare le attività di mafia, ndrangheta o camorra. Il magistrato ci spiega anche come i collaboratori di giustizia, cioè quei cittadini che avendo visto qualcosa hanno il coraggio di parlare, vadano difesi poi per lungo tempo e messi a riparo dalle vendette. Cantone ritiene indispensabili anche i pentiti che vede come un mezzo imprescindibile per penetrare nei sistemi della  illegalità e per scalfire i legami tra i boss e la manovalanza.
Certamente non è un giallo da digerire in una serata: è un libro istruttivo che ci spiega la vita di un magistrato sotto scorta con i sacrifici in cui coinvolge la sua stessa famiglia. Onore delle armi a tutti quelli come lui!

Croc Attack di Gavron

Ho finito "Croc Attack" che racconta le vite di un terrorista e della sua vittima in Israele nel periodo piu' terribile del terrorismo di una quindicina di anni fa. La vittima è un brav'uomo come ce ne sono tanti ovunque nel mondo ed il terrorista è un ragazzo di diciannove anni deviato dal fratello maggiore. La parte del libro che racconta i pensieri del terrorista è la più interessante e sconvolgente perché vede la storia d'Israele attraverso gli occhi di un arabo qualunque che crede a ciò che gli dicono ma ha dubbi e paure come tutti. E ti chiedi soprattutto come è possibile che tanti giovani accettino di annullarsi e diventare strumento di morte non solo per gli altri ma attraverso il proprio suicidio: come è possibile che credano alle vergini e al paradiso degli eroi e non siano attaccati alla vita, per quanto misera, per quanto sconvolta dalla vicinanza dei nemici (noi!)?
Non riesco proprio a capire e per questo vi consiglio il libro che offre un insight di rara sensibilità.

Monuments men

Gli americani saranno anche il popolo capitalista ed imperialista ma i film li sanno veramente fare! Un cast di attori strepitosi, un'idea onesta e corretta e musica trascinante: il film racconta la storia del salvataggio di parte delle opere d'arte trafugate dai nazisti in tutta Europa e spiega senza violenza, in modo da essere capito anche dai ragazzini ciò che fecero i tedeschi e ciò che soffrirono i popoli europei che non si sarebbero almeno in parte salvati senza la guerra combattuta dagli Alleati e dai Partigiani. Il film parte con ritmo scanzonato e amabile e lo mantiene per la prima ora, poi quando i tedeschi sono già in fuga il ritmo accelera e si entra nel dramma con la morte di alcuni dei protagonisti. Quando arriva il (si fa per dire in quelle circostanze) lieto fine la musica accompagna il trionfo dei nostri eroi ma soprattutto il trionfo degli ideali per cui allora si combatteva, ideali che mi pare molti di noi si sono dimenticati!

A proposito di Davis

I fratelli Cohen sono ovviamente tra i miei registi preferiti! Abbiamo visto tutti i loro film e via via abbiamo seguito la loro carriera e quella degli attori che hanno usato con poche variazioni in ogni film. Davis è un musicista cantante folk ripreso in un piccolo squarcio della sua carriera: canta benissimo, insegue un gatto e vive a sbafo dagli amici compiacenti. Se vi  interessa l'origine di airbnb il film ve la spiega benissimo! Ma se avete frequentato il mondo nel 1968 l'atmosfera che i fratelli Cohen vi propongono vi riporterà a quegli anni e a quella colonna sonora, la colonna sonora della vostra giovinezza. Il piccolo cammeo di un Bob Dylan praticamente neonato lo conferma. Io mi sono goduta il film e le musiche con comodi sottotitoli in ogni momento e mi sono ritrovata negli attori che come me, a parte Davis, sono invecchiati un po' in questi anni!

"La grande bellezza":un docufilm?

Nei primi minuti della proiezione del film ho pensato che mi sarei alzata e che sarei uscita, poi ho cominciato ad apprezzare le immagini di Roma prese da angolazioni non accessibili ai normali turisti, poi sono stata infastidita dalle scene insistite di feste romane che mi ricordavano di più le esagerazioni di Fellini che la realtà, poi ho incominciato a chiedermi se c'era una storia, un plot e faticavo a vedere un nesso tra le immagini che pur spesso  meravigliose mi cadevano addosso anche a causa dell'insistenza sui primi piani...Alla fine del film la sensazione di un lavoro o forse di un capolavoro  incompiuto permane come permane l'idea che il film abbia poco a che fare con la realtà: come è diventato così ricco e influente Jep, il protagonista? Tutti sappiamo che un romanzo riuscito non dà adito ad una ricchezza duratura né alla possibilità di possedere un attico prospicente il Colosseo! Perché la povera Sabrina Ferilli confessa a Jep che spende tutto ciò che possiede per curarsi ed un nanosecondo dopo è già morta? A che serve Verdone nel film? Qual è il messaggio al di là della bellezza indiscussa di Roma? A me pare che il bravissimo Servillo sia servito proprio per introdurre l'attrice più grande, la città che ci incanta con i suoi tramonti !

Colori e superstizione

Siamo o non siamo sefarditi? Ebbene io penso che nella nostra famiglia la componente sefardita prevalga e che  mantenere la tradizione collegata ad una sana superstizione ci avvicina agli altri deboli esseri umani e ci fa sentire un po' meno prescelti! Mio marito è senza dubbio stato il mio mentore sull'argomento superstizione ed ormai io penso che la superstizione siano tutte stupidaggini ma non si sa mai! Quindi a casa nostra si brucia ogni tanto l'incenso, specialmente quando tante cose vanno storte e si spera che questo allontani il malocchio. Quando si torna dalle vacanze portiamo sempre una bottiglietta piena di acqua di mare che si passa poi sugli stipiti delle porte per allontanare lo yezer harà cioè lo spirito maligno: certo io non ci credo ma lo spirito maligno è al corrente di non esistere? Quando andiamo a Gerusalemme diamo zedakà  -elemosina- ai poveri che la chiedono intorno al Kotel - Muro del pianto- ma in verità sono loro a farci il piacere di accettarla e in cambio ci danno un cordino rosso che allontana -di nuovo- il malocchio. Noi leghiamo il cordino al polso e lo sfoggiamo fino a che il cordino non si rompe da solo, infatti non si deve spezzarlo. Il rosso è dunque un colore che porta bene ed un anello con un rubino  viene indossato dalle donne per la protezione della gravidanza. Porta bene  anche l'azzurro come si capisce dalle case arabe in cui le porte o intere pareti sono di questo colore. Potrei dire che non ci credo ma ho un anello di turchese e questo blog ha come  colore di fondo il turchese !All'entrata in un nuovo appartamento si porta una lattuga e della pasta da pane perché la lattuga simboleggia l'abbondanza e la pasta lievitata che cresce indica l'acquisizione del benessere. Poi si lavano gli stipiti delle porte con l'acqua di mare e si fa crescere in balcone una piantina di Ruta che assorbe il malocchio che altri ci mandano fino a morirne. Se ciò avviene è bene sostituirla!
Naturalmente nessuno crede a queste cose ma fino a che ho tenuto una pianta d'oleandro in casa nessuno si è sposato, quando l'abbiamo ripiantata nel giardino condominiale si sono sposate mia figlia, mia nipote e la figlia della signora dell'appartamento di fronte!!!

Ma che esempi sono?

Stiamo finendo di leggere di settimana in settimana il libro di Bereschit della Torà e come ogni anno leggendo le parashot (porzioni della Torah settimanali) mi soffermo a riflettere sui personaggi biblici che animano il racconto e non posso fare a meno di notare che sbagliano, che sono presi dalle nostre stesse passioni, che sono impulsivi, vendicativi, irriverenti,  violenti....Per esempio Joseph, il primo figlio di Giacobbe avuto da Rebecca è un ragazzino viziato che riceve vestiti migliori di quelli degli altri fratelli dal padre e sembra ci provi gusto a vantarsi irritando i fratelli. I fratelli non lo sopportano più e decidono di ucciderlo, ma poi per intercessione di Jehudà si limitano (!) a venderlo a mercanti di schiavi, simulano la sua morte e portano al padre le sue vesti insanguinate...Poi Joseph quando li ritroverà li farà molto soffrire prima del riconoscimento e della accoglienza in Egitto. Come non parlare della povera Dina che andata in giro da sola verrà violentata e riportata poi tra i suoi dopo la vendetta dei fratelli ma reietta per sempre : è una vittima ma non sarà più citata nella Torà se non come una figlia nell'elenco delle discendenze. Anche il racconto del sacrificio d'Isacco è spiazzante : il padre bacia Isacco ed è pronto ad ucciderlo ma il Signore lo ferma.. come mai Sarah potè dubitare dell'annuncio divino della sua gravidanza e Abramo non prova neanche a discutere per salvare suo figlio?
Potrei andare avanti ancora a lungo con gli esempi sulle debolezze dei nostri padri e madri ma mi interessa la domanda che ne deriva: perché il testo sacro racconta di uomini così poco eroici da non riuscire a difendere le mogli, da non rispettare i patti, da seminare zizzania nelle famiglie? La risposta immediata per me è che in questo modo risalta di più la potenza di D-o che  però in questi racconti non è mai un padrone assoluto ma è aperto al dialogo ed alle richieste e ragionamenti degli uomini . Ne consegue che il messaggio focalizza la nostra attenzione sulla collaborazione cui il Signore si presta, aspettando che noi si impari dagli sbagli e che dopo ogni errore ci possa essere la riconciliazione per ripartire verso un nuovo traguardo. Quindi sembra quasi che Egli ci dica che si impara dagli errori e che solo attraverso la sofferenza e l'incertezza  potremo crescere.