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Ricordi dei nonni 2 A

Nonna Bice era figlia del banchiere Luria di Casale che aveva Elena, Bice, Maria, Laura come figlie femmine e due figli maschi di cui so poco. A Casale agli inizi del secolo la vita scorreva per le sorelle Luria secondo schemi preordinati: uscivano solo se accompagnate, studiavano ma non era loro richiesto superare i primi anni del Ginnasio, imparavano le lingue, a ricamare e fondamentalmente  aspettavano che all'orizzonte comparisse il principe azzurro.
Nonna Bice si scontrò con suo padre perché volle prendere il diploma di maestra ma poi non potè provare a lavorare. Giuseppe Morpurgo, un giovane professore di Ancona ne chiese la mano e dopo un incontro con tanto di chaperon si fidanzarono e si sposarono. Si univano due antiche famiglie ed il matrimonio era certamente gradito! Dall'unione nacque prima Mariagrazia e otto anni dopo nel 1920 a Perugia dove il nonno aveva una cattedra di lettere al locale liceo, nacquero le due gemelle Lucia e Gabriella. Il nonno aveva combattuto nella prima guerra mondiale , merito che non gli fu riconosciuto al momento delle leggi razziali. La vita per il momento scorreva tranquilla con le pubblicazioni da parte del nonno di molte opere su cui studiarono generazioni di italiani e dei libri" Beati misericordes" e "Yom Akippurim" di argomento ebraico. Non furono mai ricchi ma il nonno temeva sempre di non poter garantire alla famiglia un sereno avvenire e così finiva per preparare la caffettiera del mattino con il caffè usato che restava nella caffettiera della sera con una piccola giunta o svitava le lampadine del lampadario della sala per economizzare corrente..

Le leggi razziali li trovarono a Torino dove vivevano in via Napione: il nonno fu espulso dal suo liceo e le gemelle non poterono arrivare alla maturità mentre Mariagrazia potè completare lingue all'Università.
Si organizzò la scuola ebraica dove andarono ad insegnare i professori universitari e di liceo espulsi dal regime ed il nonno ne divenne preside. Mia mamma e Lucia vi frequentarono l'ultimo anno e ricordavano quell'anno come il più formativo del loro percorso scolastico, guidate com'erano dalle menti migliori di Torino in un'atmosfera di solidarietà che strideva con gli episodi di rifiuto che avevano subito nell'ultimo periodo : non potevano dimenticare i loro vecchi compagni che attraversavano la strada per non salutarle! Finito il liceo e affrontata la maturità come privatiste non potevano proseguire gli studi perché era loro vietato l'accesso all'università. Lucia si mise a disegnare frequentando gli studi di grandi pittori e Gabriella si avvicinò a Rita Levi Montalcini che conduceva le sue prime ricerche in ambienti di fortuna : Rita fece vedere a mia mamma i suoi esperimenti sulle uova e mia mamma ne rimase affascinata, sperando un giorno di poterla emulare dandosi alla carriera scientifica. I soldi ormai scarseggiavano e la guerra si avvicinava: la famiglia si arrangiava con il magro stipendio che la comunità ebraica poteva fornire e con i proventi delle lezioni private delle gemelle. Mariagrazia si era sposata con Mario Sacerdote ed erano nati Paolo e Marina. I primi bombardamenti di Torino colsero le gemelle durante  una gita in montagna in cui videro la città incendiata senza poter sapere cosa fosse successo ai genitori! Era necessario sfollare da Torino ma il nonno Giuseppe opponeva una forte resistenza come d'altronde poi si rifiutò di accettare l'aiuto offerto da Elena Treves che con il marito li avrebbe aiutati finanziariamente a raggiungere la Svizzera. Alla fine si allontanarono da Torino cui comunque si recavano durante il giorno. Arrivarono i tedeschi ed il pericolo fu tangibile: ormai la scuola ebraica era chiusa e non c'era ragione per rimanere a Torino: si rifugiarono ad Asti mentre i Sacerdote furono ospitati dai Galante Garrone e di fatto salvati dalla Gestapo.